STORIA DELLA DANZA ORIENTALE
ORIGINI
Danza Orientale
ORIGINI DELLA DANZA ORIENTALE
Stabilire quale sia la vera origine della danza orientale non è semplice basti pensare che la danza orientale è considerata una delle più antiche danze del Medio Oriente soprattutto in Egitto, Libano, Iraq, Turchia, Paesi Bassi del Medio Oriente, Maghreb.


La Danza Orientale ha origini antichissime che risalgono fin dalle prime costituzioni delle prime civiltà del mondo mediorientale. Ci sono tutt’ora testimonianze archeologiche in cui le donne erano molto considerate nelle civiltà pre-urbane e solo in seguito persero importanza. Ritrovamenti di statuine del ventre fertile, seni generosi decorazioni parietali di molti luoghi sacri indicano che il culto della Dea Madre era praticato in tutto il Medio Oriente e in altri luoghi come India , Spagna e Grecia. Attraverso i secoli la Danza Egizia subì cambiamenti, allontanandosi dal rito propiziatorio legato alle varie divinità quali Iside, Ishtar, Venere. Cambiando la sua funzione da socio religioso a forme di intrattenimento per se e per gli altri, soprattutto durante le feste popolari, cerimonie, ecc.. Ancora oggi nei paesi arabi chiedono la partecipazione delle danzatrici di danza del ventre , affinchè gli sposi possano poggiare le loro mani sul ventre della danzatrice come augurio di fertilità.
I NOMI DELLE DANZE
La danza orientale viene designata con svariati nomi:
1)Raqs-Sharqi: che significa, danza del Medio Oriente; nome designato dall’Egitto, esso rappresenta la danza classica popolare e tradizionale.
2)Belly Dance: in inglese, questa denominazione fu data da viaggiatori occidentali che intorno al 1700, recandosi per la prima volta nei paesi mediorientali, rimanevano affascinati dalla libertà di movimento ondulatorio del bacino tipico della danza tradizionale araba.
3)Durante la Campagna d’Egitto di Napoleone, secondo alcune fonti i francesi furono i primi a scoprire questa danza e la coniarono con il termine dance du ventre. Al Cairo i soldati ebbero modo di assistere alla danza delle Gawazee danzatrici zingare che si esibivano in accampamenti lungo le rive del Nilo, essi ne rimasero stregati da questa danza meravigliosa e sensuale, creando però scompiglio tra le truppe, tanto che, i generali francesi ordinarono una vera persecuzione nei confronti. Delle danzatrici nomadi.
4) Ciftetelli è il nome dato dai Greci che significa ritmo turco.
5) In Turchia la designarono con il nome Rakkase



La Grande DEA
La Dea babilonese Ishtar rappresenta il prototipo della Grande Dea simbolo della fertilità, dell’amore e della sensualità. I movimenti rotatori e sinuosi del bacino riprendono gli antichi significati della fertilità legati al culto dell’antica Dea Madre che le donne adoravano ed onoravano in tutta la Mesopotamia, in Kuwait, in Iran, in Turchia, e Siria ,essa era conosciuta anche in Egitto, in Arabia Saudita e anche a Cipro sull’altare di Afrodite e in Grecia nel tempio di Venere a Corinto. Gli uomini erano consapevoli che tutto ciò che muoveva la vita dell’universo era un soffio energetico legato alla riproduttività,alla nascita, al ciclo delle stagioni, alla natura. Il tutto era collegato alla funzione riproduttiva della donna e il culto che ne nacque fu quello della Dea Madre che venne rappresentata da ogni civiltà con svariati nomi: Mylitta (Assiri), Iside (Egitto), Astante (Fenici). Ishtar (Babilonia), Aphrodite (Grecia) Venus (Romani), Baghuati (India), Parvati (Dea dell’induismo ecc..).
La Grande DEA
La Dea Ishtar
Nell’antica Mesopotamia era diffuso il culto della Dea Ishtar le cui sacerdotesse praticavano il loro rito religioso attraverso delle danze sacre ondulatorie e sinuose. Il ruolo di sacerdotessa era molto ambito, venivano scelte giovani istruite appartenenti a famiglie nobili, a Ishtar viene fatta risalire la danza dei 7 veli. La Dea si cala negli inferi alla ricerca del consorte Tammuz, discende nel mondo degli inferi attraverso il passaggio delle sette porte che simboleggiano i sette mondi terrestri,spogliandosi via via, dei monili e delle vesti e oltrepassando le porte riprendendo la sua sostanza peculiare di Dea, rientrando poi nell’ordine divino per rigenerare la vita. Riprendendo il tragitto a ritroso, la Dea ridona agli esseri, uomini e animali l’amore e la fertilità. Il mito si trasformò in culto, e nel culto si celebrò il mito. Con la danza entravano in relazione con i ritmi della natura, esse danzavano la nascita, la semina, il raccolto,il matrimonio. Le danze non erano strutturate secondo canoni estetici che si sono poi formate nel tempo, ma improvvisate per dare libero sfogo all’espressività ed all’emozione, gesti semplici che ricordavano i movimenti degli animali come il serpente, il cammello, le onde del mare, la forma della luna, o del cerchio, nella danza della fertilità le giovani fanciulle danzavano in onore della grande Dea Madre per affrontare i dolori del parto e i segreti della maternità .qui ritroviamo lo shimmy la particolare vibrazione del bacino. i movimenti sinuosi e fluidi della danza nascono dal ventre simbolo del mistero, del sacro e dell’origine. il centro del ventre è l’ombelico il nostro centro vitale, la connessione tra cielo e terra centro dell’energia vitale della creatività della sessualità e della nascita.




ISIDE la DEA Maga
Iside la Dea Maga
La Dea madre per gli Egizi fu Iaset o Isis o Iside come Ishtar è la Dea della luna della bellezza e della magia. La donna egiziana era il riflesso di questa Dea misteriosa e affascinante, danzava in suo onore durante i riti sacri perché Iside esprimeva tutto il suo potere per concedere la fertilità, la fecondità, la bellezza, la femminilità.
Nell’antico Egitto non veniva compresa l’alternanza fra il giorno e la notte come fenomeno naturale. Gli Egizi pensavano che nel cielo vivesse una grande Dea Madre che partorisse di giorno il sole e di notte la luna. Iside era considerata la Dea Madre che possedeva il dono di rigenerare la vita ed in suo onore si eseguivano danze che simboleggiavano la fertilità e l’origine della vita mediante movimenti e ondulazioni del ventre le donne che danzavano in suo onore offrivano a lei fiori di loto, incenso, essenze, acqua e frutta. Le donne iniziavano la danza compiendo passi e movimenti del ventre coperto da un velo che una volta tolto simboleggiava la rivelazione del mistero rappresentando la nascita della luce. La danza egiziana si compone li 4 fasi luna calante, luna crescente, luna piena e luna nuova, in tempi remoti il battito delle mani e lo scocchiare delle dita e il canto erano gli unici accompagnamenti musicali della danza, in seguito nacquero gli strumenti a percussioni seguiti da quelli melodici che si evolsero fino ai nostri giorni. l’abbigliamento egiziano prevede un vestito con diversi spacchi laterali che permette di svelare le gambe, un reggiseno ricamato oppure un costume detto baladi all’egiziana con una cintura in stoffa ed un copricapo a bandana. I sonagli i monili le cinture oltre ad essere usati nella abbigliamento svolgono un ruolo per far risaltare la musicalità ritmica di alcuni movimenti tipici del bacino
La DEA Madre
Alorsamanni la Dea Madre.
Quando gli arabi invasero l’impero Egiziano rimasero affascinati dalla danza di Iside e assorbirono i costumi aggiungendo ritmi accelerati ed un clima festoso All’epoca remota nell’antica cultura araba il potere era esercitato dalle donne poiché godevano di vasti privilegi, poteri e posizioni sociali al punto che il governo era affidato alle regine anche dopo il matrimonio. Anche in campo religioso l’elemento femminile aveva un ruolo primario, particolarmente era venerata Alorsamanni la Ishtar araba il cui simbolo era l’astro del mattino di Venere. L’influenza delle schiave si rinforzò poco a poco grazie alle loro capacità intellettuali e professionali. molte di loro riuscirono ad impadronirsi di mente e sensi dei loro padroni tramite un intenso scambio verbale come l’eroina Sherazade che in arabo significa figlia della luna. L’intelligente e coraggiosa protagonista di Le Mille e una Notte che con i suoi racconti straordinari ha saputo sconfiggere l’ignoranza e la morte destando la curiosità del sovrano al punto che quando smise di raccontare il re Shahriyàr, il sultano aveva ormai dimenticato per amor suo l’antico odio per le donne,il tempo e la fantasia l’avevano riconciliato con la vita e così Sherazade salvò se stessa e ben più di mille e una fanciulla.
L’origine di questa danza si trova nei riti di fertilità associata sia alla religione che all’esoterismo,un grande contributo alla diffusione di quest’arte è sicuramente da attribuire alle popolazioni Rom che dall’India si spostarono via terra verso l’Europa fino alle rive del Mediterraneo e da li, diramandosi verso il Medio Oriente, il Nord Africa, l’Europa mediterranea e dell’Est, durante questi spostamenti la danza del ventre subì l’influenza delle diverse culture incontrate sulla strada contaminandole a sua volta, fino ad arrivare a ciò che conosciamo oggi come danza del ventre, che è ancora oggi mantenuta viva nei paesi arabi. Successivamente con l’affermarsi delle culture patriarcali, la danza orientale si distinse in :
danza laica (era organizzata nelle celebrazioni o a carattere sociale come nozze, banchetti, ed anche feste dedicate al ricordo dei defunti)
danza popolare o civile ( si celebrava generalmente nei palazzi o nelle case,era eseguita da gruppi di ballerini di ambo i sessi che erano alle dipendenze dei Signori degli Alcazar (palazzi fortificati).




La DEA Madre
Le ballerine egizie si distinguono in due tipologie: le awalim, note in occidente attraverso il termine almèe di origine francese. L’almea era un artista privilegiata, raffinata ed istruita, in possesso di tutte le arti, dalla danza alla musica, alla poesia, improvvisavano e cantavano, danzavano, spesso suonavano uno strumento per accompagnare le loro canzoni ed erano tenute in gran considerazione per i loro mawal, canti improvvisati. Ad essi era consentito l’ingresso negli harem egiziani intorno al 700. Lalmea era in contrapposizione con le gawazee, un artista di strada che professava l’attività della danza da città in città in cambio di denaro, Le gawazee erano danzatrici e danzatori nomadi che danzavano per le strade, questi venivano ricompensati dalle persone con monete,che non avendo modo di custodire in posti sicuri, le gawazee si cucivano le monete sui vestiti e foulard, (questa fu l’origine delle cinture con le monete indossata dalle danzatrici). Sono loro che hanno rappresentato e trasmesso la più viva tradizione popolare egiziana nel settore della danza orientale. Si pensa appartenessero ad una Cabila (tribù di berberi o beduini del nord Africa e Arabia) esse erano donne molto eccentriche che si dipingevano i capelli con l’hennè , si truccavano il volto delineando gli occhi con l’antimonio, indossavano braccialetti pendenti alle orecchie, collane di perle, piccoli cerchi d’oro al naso, anelli alle mani e dita dei piedi, danzavano durante le feste, celebrazioni, per le strade o di fronte ai caffè. Oltre a dedicarsi al ballo e al canto, avevano altre attività come il disegno, di tatuaggi, la preveggenza tramite conchiglie e sabbia, la lettura dei fondi del caffè, la circoncisione dei bambini e l’animazione delle feste. Oggi possiamo trovare le gawazee solo occasionalmente durante le celebrazioni svolte nell’Alto Egitto. Nel Medio Evo le donne di straordinaria bellezza venivano acquistate al mercato degli schiavi e portate nei palazzi di uomini potenti Califfi , Sultani e ricchi mercanti. Alcune si dedicavano al canto, al ballo, allo studio della poesia, della medicina e l’astronomia, altre le meno fortunate ai lavori domestici.
Le schiave ballerine erano ammesse a competere con musicisti e poeti nelle grandi feste organizzati nei palazzi, si racconta che intrattenevano gli ospiti ballando e cantando, a volte prendevano le spade dei guardiani, se le sistemavano sopra la testa e continuavano a danzare al suono dei sagat, in altre occasioni invece ballavano con un vaso sopra la testa.




GLI STILI E IL COSTUME Tanti sono gli stili della danza orientale,con il loro usi e costumi, ogni tipologia di danza trasmette emozioni, fascino ed eleganza fra questi citiamo:
Raqs-Sharqi
Il Raqs-Sharqi è il nome con il quale viene indicato lo stile egiziano classico, caratterizzato da movimenti sinuosi, raffinati, eleganti, le danzatrici indossano un abito professionale, composto da reggiseno e cintura rigida, lavorati dalla gonna e spesso dal velo, contribuendo a rendere questa danza elegante e unica nel suo genere, essa si divide in tre filoni: Balady , Shaabi, e Classico.


Il Raqs Balady
Il Raqs Balady è lo stile che rappresenta la danza popolare,i movimenti di base sono lo stesso del Raqs Sharqi, ma più marcati e meno raffinati. Il costume utilizzato è la Galabeya, cioè un abito molto lavorato lungo e dritto con spacchi laterali per facilitare i movimenti, le maniche sono lunghe ed ampie, una fascia di monetine e perline viene legata sui fianchi, per accentuare i movimenti, i capelli sono raccolti e sul capo viene messo di solito un foulard o un velo.
Lo Shaabi
Lo Shaabi è uno stile popolare delle campagne si praticava nei momenti di festa con l’abbigliamento quotidiano sulle note di strumenti tradizionali. Essa comprende una categoria molto ampia comprensiva anche di danze regionali diverse, che però condividono un linguaggio espressivo simile derivante dall’unificazione araba musulmana. Esso trova la massima espressione nel Saidi danza originaria dell’Alto Egitto. Lo stile classico sembra fosse lo stile ballato a corte si tratta di danze per ambienti più raffinati e ne subiscono le conseguenze i movimenti che diventano più ampi e più dolci meno ritmati.


Il Saidi
Il Saidi è la danza del bastone o assaya tipica dell’Alto Egitto ed è ispirata ad un ballo tradizionale degli uomini simulavano un combattimento con bastoni di bambù è una forma praticata dalle donne raqs el assaya che prevede l’uso di un bastone più sottile e con movimenti aggraziati rendono la danza più dolce e delicata. Sono questi i principali fattori che differenziano lo stile tra uomo e donna.
Il Saidi viene eseguito con la galabeya e la fascia sui fianchi, danza tipicamente allegra.
La Dabka
La Dabka è una tipica danza popolare che letteralmente significa battere i piedi per terra. Si svolge a gruppi di persone disposti in fila o semicerchio che battono i piedi per terra dondolandosi e spostandosi avanti ed indietro con passi e saltelli. E’ praticata anche nelle cerimonie, nelle feste di circoncisione e nelle feste nazionali. La danza ha origine in Libano, in Siria, Giordania, Palestina, Israele, Irak. La danza eseguita solo da uomini assume un tono vigoroso e forte,insieme alle donne assume movimenti morbidi e delicati, affiancata da strumenti a fiato avvolgono la danza con battiti di piedi e mani. L’abito è una galabeya diffusa in Irak Giordania e Siria. Oppure il pantalone alla turca Serwal con una galabeya, ricamata sopra una camicia come in Libano e Siria.



La danza Khaleeji
La danza Khaleeji è una danza folcloristica tipica del Golfo Persico, Arabia Saudita, Kuwait Bahrain, Oman, Qatar, Emirati Arabi, danza prettamente femminile poiché i movimenti devono essere coordinati fra testa e spalla a quelli dei piedi. L’abbigliamento sarà una tunica lunga e ampia senza spacchi e con ricami colorata, larga dalle maniche, si danza a piedi nudi con i capelli sciolti.è una danza folcloristica tipica del Golfo Persico, Arabia Saudita, Kuwait Bahrain, Oman, Qatar, Emirati Arabi, danza prettamente femminile poiché i movimenti devono essere coordinati fra testa e spalla a quelli dei piedi. L’abbigliamento sarà una tunica lunga e ampia senza spacchi e con ricami colorata, larga dalle maniche, si danza a piedi nudi con i capelli sciolti.
Danza Zar e Danza della Melaya o scialle nero
Danza Zar è una danza rituale,popolare egizia dove la ballerina danza come se fosse in trance, con vorticosi giri della testa e dei capelli, avvolte il zar è anche una cerimonia religiosa per curare le malattie.
Danza della Melaya o scialle nero è una danza folcloristica originaria della regione di Alessandria,l’abito usato è una galabeya lunga è colorata, un fazzoletto con i pon pon ,messo sulla testa e la melaya. La sua caratteristica e giocare con la melaya coprendosi e scoprendosi il corpo, quali il bacino, le spalle,gli occhi.



Danza Tannoura e Danza del candelabro
Danza Tannoura o danza con la gonna veniva praticata dalla comunità dei Sufi di origine Islamica. La sua caratteristica è data dai movimenti circolari e rotatori dando forma e movimento alla tipica gonna pesante indossata dai danzatori i così detti Dervishi rotanti.
Danza del candelabro è un rito con ritmo lento tipico delle cerimonie egiziane, in arabo Raks el Shamàdan, la danzatrice precede il corteo nunziale con un candelabro acceso sopra la testa per proteggere ed illuminare il cammino degli sposi.
Questa danza fu introdotta nel 1920 dalla leggendaria danzatrice Safhia al Coptia.
Danza con la spada o Raqs el Saif e Danza con il velo
Danza con la spada o Raqs el Saif la danzatrice deve eseguire dei movimenti delicati e sinuosi tenendo la spada sui fianchi, e sulle spalle e sulla testa in equilibrio. Questa danza era tipica delle schiave dell’harem, che si divertivano sottraendo la spada ai loro carcerieri, danzavano tenendo in equilibrio la spada sulla testa.
Danza con il velo fu usato per la prima volta da Samia Gamal rende la danza piena di mistero fascino ed eleganza. oggi viene usato come accessorio nella danza dove la danzatrice può farlo roteare, tenerlo in sospeso nell’aria, o imitare le onde. Gli stili sono due egiziano e americano.
Lo stile egiziano, la danzatrice entra con il velo nelle mani, dopo una breve introduzione di figure lo lascia cadere a terra.
Lo stile americano invece, la danzatrice entra in scena con i veli fissati sul vestito, durante la danza li prende ed inizia a danzare con i veli creando tante figure.



Danza con i cimbale o Sagat e Danza Arabo Andalusa
Danza con i cimbale o Sagat risalgono intorno all’800 a.c. in Egitto, usate dalle danzatrici, e dalle ghawaze. I Sagat sono piccoli piattini di metallo, argento, bronzo, ottone o rame, si fissano con un elastico sul pollice e medio, si battono fra loro dando cosi dei ritmi durante la danza. I cimbali o Sagat possono accompagnare la musica come strumento di percussione, oppure sottolineare il tempo, viene usato sui ritmi Saidi, Maqsum, Samai, Fallahi, malfouf e Zar.
Danza Arabo Andalusa questa danza trae origine dalla dominazione ottomana in Spagna, favorendo l’arricchimento delle morbide movenze orientali con la gestualità del flamenco di solito la danza arabo andalusa rappresenta una poesia cantata.
La danza Belly Dance e American Tribal Style belly dance
La danza Belly Dance è caratterizzata dalla fusione tra danza occidentale e danza orientale.
American Tribal Style belly dance nasce intorno agli anni 80 negli Stati Uniti ad opera di Carolina Nericcio.Il suo obiettivo era quello di creare uno stile che riassumesse la danza classica orientale, il folklore, la danza indiana, e il flamenco si eseguiva fra un gruppo di ballerine su improvvisazioni.l’abbigliamento è diverso caratterizzato dall’uso di costumi etnici.


Tribal Fusion Bellydance
Tribal Fusion Bellydance trova la sua principale esponente in Rachel Brice,allieva della Nericcio che unisce i movimenti della Tribal Style a quelli dello yoga, della breakdance, e dell’hip hop, su un nuovo genere musicale del forte richiamo contemporaneo.
Nel 1926 fu realizzato al Cairo il grande teatro di musica tradizionale egiziana chiamato Casino Opera, vi partecipò Badia Masabni la madre della danza orientale, di origine libanese, eleborò per prima le sequenza coreografica che fino ad allora si improvvisava. Nel 1956 ci fu la nascita della prima Compagnia Folcloristica dell’ Egitto dove la leggendaria Reda Troup il cui fondatore fu Mahmoud Reda. Con il cinema egiziani degli anni 50 si affermano grandi danzatrici orientali quali Tahia Carioca e Samia Gamal.sempre in quegli anni si afferma anche la figura del grande maestro Ibraim Akef.
Associazione Culturale
L’associazione e le ragazze del Gruppo Amira Dance vi aspettano in Via Villa Napoli Palermo, per continuare un percorso formativo che prevede studio delle danze tradizionali e folkloristiche dei paesi del medio oriente fra cui danze tunisine, egiziane, algerine, marocchine e danze del deserto. Tanti sono i suoi aspetti benefici, da eleganza, raffina, valorizza mentalmente, nel corpo e nell’anima, la danza modella il nostro corpo a 360 gradi, è utilizzata anche come terapia, fortifica, da sicurezza facendo si che la nostra stima cresca sempre più. Il Gruppo Amira nasce per promuovere l’antica e affascinante arte della danza mediorientale nella sua semplicità ricca di valori e lo scambio tra la cultura occidentale e quella orientale attraverso suoni, movimenti, immagini pensieri e parole al fine di favorire l’integrazione valorizzandone identità e differenze. Le coreografie curate nei minimi dettagli, le musiche ben selezionate, sono curate dalla maestra Angela Carollo diplomata a Roma nell’Accademia Insegnanti di Ballo A.S.C. – CONI
Gare, esibizioni, e spettacoli teatrali, il tutto racchiuso in uno scrigno pieno di sorprese, sogni, e tanta passione per la danza che grazie alla professionalità dell’insegnante Angela Carollo la rende unica nel suo genere.

